4 GIORNI IN EMILIA TRA STORIA E ARTE
Diario di viaggio

Emilia in camper – Un viaggio nel tempo tra storia e arte

Diario di viaggio di 4 giorni in camper tra i borghi e i castelli dell’Emilia, un viaggio nel tempo tra storia e arte.

La partenza

Nei due giorni prima della partenza per l’Emila in camper ho preparato tutto il necessario per poter arrivare a mercoledì sera e partire subito dopo cena. La prima sosta si trova a metà strada, a Voghera. Arriviamo nel parcheggio prescelto intorno alle 23 ed andiamo a dormire.

Emilia in camper – Tappa 1: Il Castello di Rivalta e il suo borgo

Giovedì 5/10/2023 ore 8.30

Avendo dormito a Voghera ci siamo risparmiati un paio di ore di viaggio, per cui questa mattina abbiamo davanti soltanto poco più di un’oretta di strada da percorrere.

Notiamo subito come, entrando in Emilia, le strade siano migliori rispetto a quelle percorse durante la notte, che invece erano piene di buche. In compenso sono però molto più trafficate e interrotte da lavori in corso.
Dopo aver pazientato per qualche km ai 30 km/h dietro un trattore, giungiamo finalmente al parcheggio del borgo di Rivalta, bello ampio, su ghiaia e videosorvegliato.

Il borgo di Rivalta e il suo castello

Il borgo è piccolissimo: qualche locale affacciato sulla piazza centrale e alcune case tra i piccoli vicoli. Siamo in anticipo rispetto alla visita prenotata, quindi prendiamo un caffè al bar in attesa dell’apertura della biglietteria del castello. Al momento ci siamo solo noi e alcuni addetti ai lavori. Aspettiamo sui gradini della chiesa di fianco alla biglietteria e vediamo qualche altro turista avvicinarsi.

Essendo in settimana avrei anche potuto non prenotare ma per sicurezza è meglio farlo. Il biglietto costa 12 euro e comprende una visita guidata di un’ora e mezza. Nel caso vogliate vedere più castelli della zona esiste la carta del ducato che con 2,50 euro vi fa avere uno sconto di 1 euro su ogni ingresso.

La nostra guida è stata bravissima, ci ha spiegato in modo minuzioso e chiaro ogni stanza rispondendo anche ad alcune domande dei presenti. All’interno purtroppo non è possibile fare foto, in quanto si tratta di una residenza privata, ancora abitata dai Conti.

Le vedute ottiche – cartoline interattive

Ciò che ci ha maggiormente colpito è stata la collezione (unica al mondo) di vedute ottiche: dipinti di città, traforati in alcuni punti e incollati su seta, che messi di fronte ad una candela prendono vita, lasciando comparire, ad esempio, finestre illuminate o lampioni accesi.

Il fantasma del cuoco che infesta il castello

Particolare anche la collezione di stampini di rame collezionati dal cuoco, che oggi a quanto pare infesta il castello (anche secondo la testimonianza della sorella della regina Elisabetta che vi ha soggiornato). Il livello di bravura del cuoco, a quanto pare a quei tempi, si misurava proprio dalla sua collezione di stampini perchè, ogni volta che un suo piatto veniva apprezzato, gliene veniva regalato uno nuovo.

Favola a tavola

Molto particolare anche il modo di intrattenere i bambini durante i pasti: ogni piatto riportava sul retro un numero e un frammento di una favola; finito il pasto, girando il piatto, ogni bambino in ordine in base al proprio numero, leggeva il pezzo di favola assegnato e passava la parola. Così oltre ad intrattenersi venivano anche invogliati a finire il pasto per poter leggere la storia.

Una visita imperdibile e interessante

Questo castello è ricco di particolari interessanti e merita una visita non solo per gli allestimenti interni dedicati alle armi, armature, prigioni, e giochi, ma anche per la torre dalla quale si gode un bellissimo panorama sulla pianura circostante e sul fiume.


Finita la visita abbiamo acquistato una guida sui castelli del ducato, di cui questo fa parte, e siamo corsi in camper per mangiare un boccone e dirigerci alla tappa successiva.

Emilia in camper – Tappa 2: Grazzano Visconti, il finto borgo medievale

Giovedì 5/10/2023 ore 14.00

Scegliamo di parcheggiare nel parcheggio Nord, più tranquillo e in ombra rispetto a quello Sud. Costa 12 euro al giorno, per cui ne approfittiamo anche per la notte, anche se ci sembra un po’ caro visto che non è presente il camper service… Ma è comunque un luogo tranquillo e comodissimo appena fuori dal borgo.

Un viaggio nel tempo…

Appena varcato l’arco d’ingresso al borgo facciamo un viaggio indietro nel tempo. È tutto perfettamente medievale: dai decori sui muri degli edifici, alle insegne dei negozi. Peccato solo per le auto (un paio) che accedono al borgo in quanto anche questo, come il castello, è abitato.

Abbiamo letto molte critiche sul fatto che non sia un vero borgo medievale e che sia una ricostruzione realizzata nel 900, ma a noi questo non ha disturbato particolarmente, anzi. È un ottima rappresentazione di quello che uno si immagina quando pensa a un borgo medievale, per cui troviamo molto interessante il fatto di poterci passare qualche ora.

Non solo Harry Potter

Il borgo di Grazzano Visconti è conosciuto, forse, più per il negozio dedicato ad Harry Potter che per altro. Ammettiamo che lo abbiamo inserito nell’itinerario anche per questo.

Le botteghe presenti, però, offrono molti articoli interessanti: incensi, mobili, gioielli, giochi da tavolo, libri, cristalli, spade, fatine ecc. Ci sono anche il museo delle cere, una stanza delle illusioni, un escape room, il museo delle torture e ovviamente il castello. Peccato che essendo il giovedì il giorno di riposo di molti negozi, non abbiamo potuto visitare tutto.

Gran parte del tempo nel borgo lo abbiamo passato:

  • ad osservare i prodotti dell’emporio stregato (Harry Potter) pensando di dare fondo a tutti i nostri risparmi, ma uscendo per fortuna senza acquisti;
  • a curiosare tra i libri e i giochi da tavolo di un’altra bottega
  • a farci stuzzicare l’olfatto ne “il giardino segreto” tra incensi e saponette (acquistando 2 incensi)
  • ad assaggiare un gelato artigianale buonissimo

Il vero volto del borgo
Torniamo al camper non dico con le aspettative deluse, ma comunque con un po’ di amaro in bocca. Mangiamo cena e poi, non volendoci accontentare, decidiamo di dargli una seconda possibilità, scoprendolo di sera.

Le lanterne illuminano i nostri passi rivelando, con giochi di ombre e luci, dettagli che alla luce del sole non avevamo notato. Le strade, deserte e silenziose, rendono finalmente giustizia ad un luogo che di giorno viene quasi snaturato a causa del consumismo.

Ci aspettavamo molto movimento anche di notte e invece troviamo un solo ristorante aperto. Questo basta per dare l’idea di “locanda” senza andare a intaccare l’atmosfera con il solito vociare che caratterizza i luoghi di ritrovo affollati.

Cerco di sbirciare nelle case con le luci accese per capire se anche all’interno lo stile sia medievale, ma a parte qualche trave di legno e qualche decoro sui muri, non riesco a vedere altro. Questa passeggiata ha sovrascritto il ricordo creato precedentemente e ha confermato l’atmosfera magica che pensavo lo caratterizzasse già prima di visitarlo.

Probabilmente ci ritorneremo per visitare il castello e completare il giro di botteghe che non abbiamo visto…ha sicuramente i suoi difetti ma a noi è piaciuto abbastanza.

Emilia in camper – Tappa 3: La Rocca di Fontanellato

Venerdì 5/10/23 ore 8.00

Riempita la pancia con una bella colazione a base di pancake, iniziamo il nostro viaggio verso Fontanellato. Dopo un’oretta arriviamo a destinazione, ma notiamo subito che vige il divieto ai camper in ogni parcheggio. Dovendoci stare solo poche ore optiamo per il parcheggio dell’Eurospin.

fontanellato la rocca

In 15 minuti circa a piedi raggiungiamo la Rocca. Il castello è circondato da un fossato pieno d’acqua e le mura ospitano nidiate di piccioni.
Siamo leggermente in anticipo per cui optiamo per un caffè in un bar un po’ troppo chic per i miei gusti. Entrati nel cortile della Rocca raggiungiamo la biglietteria, acquistiamo i biglietti per 10 euro a testa e raggiungiamo la guida che ci comunica che non si possono fare foto all’interno.

Particolari curiosi

Un camino enorme, nella prima stanza che visitiamo, attira la nostra attenzione a causa di due nicchie al suo interno che scopriamo essere state utilizzate come scaldavivande.
Nella sala da pranzo la guida ci spiega che il piatto chiamato “cappello del prete” veniva utilizzato per consumare l’intero pasto perchè la prima portata, solitamente la minestra, veniva messa al centro e tutto intorno invece le portate successive.

Il soffitto ha traslocato!

Nella camera da letto scopriamo che il soffitto di legno non è originale ma appartenente ad una chiesa, alla quale sono stati fatti dei lavori di ampliamento. Visto che le misure combaciavano perfettamente con quella sala del castello, la stanza è stata adibita a camera da letto solo a scopo dimostrativo dopo aver aggiunto il soffitto.

L’antenato della videosorveglianza

Nella torre proviamo quello che ricorda un sistema di video sorveglianza attuale. Due prisma riflettono ciò che accade all’esterno della torre su una superficie bianca all’interno, come se ci fossero delle telecamere puntate sulla piazza sottostante. Questa invenzione serviva principalmente per passare il tempo e intrattenere gli ospiti.

Il dipinto murato

È nel piano terra che si cela l’elemento più importante di tutta la Rocca: l’unico affresco rimasto intatto nel tempo, salvato dalla calce perchè appartenente ad una stanza che all’epoca della peste venne murata (la saletta di Diana e Atteone affrescata dal Parmigianino).

Usciti dalla Rocca facciamo un rapido giro per il paese e torniamo al camper per raggiungere la tappa successiva e mangiare pranzo.

Emilia in camper – Tappa 4: Il labirinto di bambù più grande del mondo

Per questa tappa nutro grandi aspettative, quindi sono particolarmente emozionata. Parcheggiamo nell’ampio parcheggio del labirinto della Masone ed entriamo. In biglietteria facciamo vedere la tessera di “Plain air” e ci vengono scontati 3 euro a testa, pagando così 15 euro invece che 18. Veniamo muniti di braccialetti con sopra riportato un numero di telefono da contattare se non dovessimo trovare l’uscita. Chissà se ne avremo bisogno…

Trova l’uscita!

Una mappa c’è, ma sta all’abilità di chi percorre il labirinto riuscire ad orientarsi, perchè il percorso verso l’uscita non è logicamente segnato. Sono presenti alcune colonnine con dei numeri che possono aiutare il visitatore ad orientarsi e alcune panchine per rilassarsi. I sentieri sono asfaltati e i muri di bambù sono si fitti, ma non danno l’idea di claustrofobia che potrebbe dare un labirinto in muratura o con siepi compatte. Notiamo diverse varietà di bambù mai viste prima: con il gambo a zig zag; gialli; giganti; con le foglie striate…ecc.

Aiuto, mi sono perso!

Noi, grazie ad Andrea che ha un orientamento migliore di una bussola, saremmo potuti uscire dopo una mezz’oretta ma, osservando la mappa, ci siamo accorti di non aver esplorato alcune zone; per cui ci siamo rimessi in gioco e siamo tornati indietro per andare ad esplorarle. Nel nostro girovagare abbiamo incontrato un signore che stava girando da 2 ore e non aveva ancora trovato l’uscita. Ci siamo proposti di aiutarlo ma per non farlo vagare ulteriormente abbiamo seguito con precisione la mappa.

La piramide

Uscendo dal labirinto saliamo nella piramide. Punto fortemente energetico, al punto di farmi sentire nelle mani la stessa sensazione che provo mentre faccio un trattamento reiki. Godiamo di questa energia per qualche minuto e proseguiamo verso il museo, anche se Andrea non avrebbe mai voluto andarsene.

La bellezza è dappertutto e da nessuna parte”

Franco Maria Ricci, ideatore del labirinto, disse proprio questa frase. Editore e collezionista cercava e creava bellezza. Ne sono la dimostrazione i suoi volumi, e le opere artistiche che ha collezionato nel tempo, visionabili nel museo all’uscita del labirinto. Molto interessante anche il documentario presente in una sala al piano terra.

Terminata la visita torniamo in camper, doccia, camper service e via alla tappa successiva.

Gentilezza per gentilezza

Scopriamo che l’area sosta che dispone di camper service richiede un minimo di 4 euro per sostare 4 ore, nelle quali ovviamente il camper service è compreso. Per fortuna incontriamo il gestore che gentilmente ci offre di farci scaricare e caricare acqua senza costi (ma noi, in segno di gratitudine, gli abbiamo comunque dato 2 euro per il favore).

Emilia in camper – Tappa 5: Castell’Arquato, un borgo arroccato

Raggiungiamo Castell’Arquato intorno alle 19e30 e parcheggiamo su un terrazza panoramica. Mangiamo un boccone e decidiamo di visitare anche questo borgo di sera, come abbiamo fatto a Grazzano. Scopriamo un paese molto caratteristico, costruito in tufo, con stradine di ciottoli e lastre di pietra per le auto – che per essere in un paese ricco di vicoli stretti e inerpicati vanno fin troppo veloci-.

castell'arquato

Magica atmosfera

Giungiamo nella piazza principale accolti da un vociare di bambini intenti a giocare a nascondino. Le luci delle lanterne illuminano il Palazzo del Duca e la chiesa ma quello che attira di più la nostra attenzione è sicuramente il ponticello (ex ponte levatoio) che porta alla Rocca e la grata di legno a protezione dell’ingresso. Completiamo il giro nel “Giardino della poesia” con vista sul paesaggio sottostante e panchine e torniamo al camper, scoprendo qualche locale aperto ma non eccessivamente frequentato.

Sabato 7/10/2023 ore 7.00

Alla scoperta della Rocca

La Rocca apre alle 10 per cui abbiamo tempo di fare una colazione lenta quindi…pancake! Il parcheggio, rispetto alla sera precedente, si è riempito nel frattempo: si vede proprio che è iniziato il weekend.

Rapida tappa al negozio di oggettistica medievale per acquistare un souvenir (fischietto ad acqua) e alle 10 in punto siamo in biglietteria, 5 euro a testa per vedere la Rocca e salire sulla torre. Ci viene consigliato di salire prima sulla torre e poi visitare il resto quindi partiamo da li.

La torre è alta 35 mt, le scale però non sono eccessivamente faticose perché, ospitando un museo sulla vita medievale, in alcuni piani è possibile sostare per apprendere qualche informazione sui cantieri medievali e sugli assedi.

Arrivati in cima alla torre si gode di un bellissimo panorama sulla piazza centrale e sul borgo.

Usciamo dalla torre e seguiamo un percorso sempre a gradini ma su sterrato che ci porta alla base della fortificazione, la cui struttura risulta molto più imponente da quel punto di vista.

Il mondo in una stanza

Usciti dalla Rocca raggiungiamo il museo geologico, visitabile con un biglietto di 2,50 euro a testa. Ripercorriamo la storia della Terra dalla sua nascita fino ai giorni nostri mediante fossili e reperti vari. Molto interessante anche la scultura nella sala centrale rappresentante una balena a grandezza naturale che salta fuori dall’acqua e la mostra intitolata Memory box nella quale l’artista ha riprodotto i calchi di oggetti attuali, come se fossero reperti.

Torniamo al camper trovando, incastonate nelle strade e nei muri, piccole conchiglie. Veloce aperitivo per ricaricare le energie e partiamo verso la prossima destinazione.

Emilia in camper – Tappa 6: Vigoleno, il borgo medievale di 7 abitanti

Vigoleno

Sabato 7/10/2023 ore 13.00

Per raggiungere Vigoleno da Castell’Arquato percorriamo una strada collinare molto panoramica e leggermente tortuosa. Arriviamo in un parcheggio ampio, abbastanza vuoto, ma troppo in pendenza. Nel frattempo ci raggiunge un altro camperista che ci chiede che strada abbiamo fatto e ci consiglia di non prendere quella che ha percorso lui, perché piena di curve a 90° (peccato che quella strada la dovremo fare per forza più tardi ma, spoiler, per noi che siamo corti per fortuna non è stato un problema).

Mangiamo un boccone ci riposiamo e iniziamo la salita a piedi di un tornante per raggiungere il borgo. Nella biglietteria acquistiamo due biglietti da 5 euro l’uno e quando arriviamo nella prima saletta mi viene l’illuminazione: “ma io avevo prenotato la visita guidata!” Quindi torniamo giù e paghiamo la differenza (4,50 euro a testa), aspettando l’inizio della visita facendo un giretto per il borgo.

Un ingresso trappola

La guida ci spiega che i nemici, una volta entrati nel primo ingresso, rimanevano intrappolati tra le mura: perchè veniva chiuso sia l’ingresso dal quale erano entrati sia quello che permetteva il vero accesso al borgo. Venivano poi attaccati dai camminamenti sopra le mura che, essendo nascosti, non permettevano un contrattacco.

Gli interni

Grazie alla visita guidata possiamo visitare 4 stanze del piano nobile altrimenti inaccessibili. Si tratta di 4 stanze molto sfarzose, e dai colori accesi. Siamo un gruppo eccessivamente numeroso e gli spazi non sono molto ampi il che rende un po’ fastidiosa la visita. 

Troppa fretta

A causa di alcuni problemi organizzativi la nostra guida tende a raccontare sommariamente e frettolosamente le informazioni, che io faccio molta fatica a seguire. Notiamo inoltre le sue difficolta a rispondere esaustivamente alle domande dei presenti.

Un’informazione che mi ha colpito particolarmente riguarda il numero di abitanti del borgo: 7, che in estate diventano 10.

Salita alla torre

Visitiamo anche l’oratorio e la chiesa del borgo e completiamo, in solitaria, la salita alla torre con le annesse stanze che ospitano armi e vestiario. Il camminamento decorato con i merli a coda di rondine è sicuramente la cosa più caratteristica e riconoscibile della borgata. La salita è molto più complessa di quella di Castell’Arquato. I gradini sono piccoli e molto ripidi, ma una volta arrivati in cima si gode di un panorama molto più bello, sulle colline circostanti e sulla piazza del borgo.

Tappa improvvisata

Scesi dalla torre cerchiamo disperatamente un gelato per riprenderci dalla fatica e dal caldo ma non ne troviamo nessuno per cui torniamo al camper per capire come muoverci. Optiamo per un altro castello che dista una mezz’ora circa da Vigoleno e decidiamo di andare a dormire direttamente lì, visto che l’attuale parcheggio non ci soddisfa. 

Emilia in camper – Tappa 7: Castello di San Pietro in Cerro, un tributo alla storia e all’arte 

Arriviamo intorno all’ora di cena nel parcheggio dedicato ai visitatori del castello, piccolino ma tranquillo. Non abbiamo più le forze per prepararci da mangiare, quindi scegliamo una pizzeria nei dintorni e andiamo a prenderci una pizza. Quando torniamo facciamo una breve partita ad un gioco da tavolo e andiamo a dormire.

castello di san pietro in cerro

Domenica 8 ore 7.30

Ci svegliamo con calma ma senza più farina ne lievito per i pancake. Io decido di scrivere il diario di viaggio e Andrea invece legge. Il parcheggio durante la mattina si riempie man mano fino a completarsi totalmente proprio qualche minuto prima della visita.

Superato il cancello d’ingresso, percorriamo il lungo viale alberato che porta alla biglietteria, acquistiamo due biglietti per 10 euro l’uno e attendiamo linizio della visita, presumendo che tutti i presenti siano i proprietari delle auto parcheggiate vicino a Bilbo

Dando una rapida occhiata in giro notiamo alcune statue che attirano la nostra attenzione, 4 lupi gialli ma soprattutto un elefante che sembra spingere con la testa il muro a cui è appoggiato (Cracking Art del MiM – Museum in Motion presente nel castello.)

Visita guidata

La visita inizia nel parco con qualche cenno storico, prosegue nel cortile interno e si sviluppa nelle stanze ben mantenute. Particolarmente rilevanti le 2 sale dedicate alle armi e quella delle cineserie. La guida è molto brava a spiegare e aggiunge qualche curiosità molto interessante, peccato non sia possibile fare foto.

Il valore dei chiodi

Parlando della cassaforte presente in una stanza, spiega che i chiodi che la decorano servivano per rispecchiare il valore del contenuto, ed era posizionata in bella vista e non nascosta come si fa oggi, apposta per attirare l’attenzione e sottolineare il proprio prestigio. Venivano aggiunti chiodi per ogni elemento di valore che conteneva: che poi questo fosse vero o meno, non è dato saperlo!

Il fantasma del castello

Altra particolarità riguarda il fantasma che infesterebbe il castello. Si tratta di Agata, una giovane fanciulla a servizio nella corte innamorata di uno scudiero. I due si sposarono ma un nobile del luogo la volle per sè per la prima notte di nozze e lo scudiero, per vendicare l’amata, lo pugnalò a morte. Venne giustiziato  e Agata si gettò dalla torre del castello. Da quel momento il suo spirito triste aleggia tra le mura.

Museo di arte contemporanea e i guerrieri cinesi in terracotta

Nel castello è presente un piano dedicato al museo di arte contemporanea con diversi tipi di opere ma il vero pezzo forte si trova nei sotterranei.

Si tratta di una riproduzione autorizzata e autenticata dal Governo cinese di una piccola parte dell’esercito di terracotta. Le statue lasciano a bocca aperta sia per la loro manifattura sia per l’atmosfera cupa del locale che le fa risaltare con giochi di ombre e luci.

Pronti per tornare a casa

Con questo castello si chiude il nostro viaggio in Emilia di 4 giorni. Abbiamo viaggiato nel tempo tra nobiltà e splendore durante le visite ai castelli e ci siamo lasciati guidare dal nostro istinto nel labirinto, affascinante e contemporaneo.

Questi luoghi, seppur distinti sono uniti dalla ricerca, dalla passione per l’arte e l’architettura e dal desiderio di condividere la bellezza.

Che ci si trovi tra le mura di un antico castello o nel cuore di un labirinto moderno, l’essenza di questa terra è intrisa di meraviglia e questi luoghi ci aiutano a riflettere sulla capacità di trasformare il passato in un futuro ricco di ispirazione e bellezza.

Se vuoi leggere altre pagine del nostro diario di viaggio clicca qui

Presto online anche l’itinerario interattivo con tutte le informazioni sui parcheggi e i costi